ANELLI DEL LUPO

bosco-pietralunga

L’itinerario proposto si svolge fra i boschi di Pietralunga, ed è composto dai sentieri 120 e 120A.
Con l’auto dalla piazza principale di Pietralunga si percorre via Roma per tutta la sua lunghezza fino al bivio per Salceto Lame, qui si gira a sinistra e percorrendo la strada comunale di Salceto lame, fino al Km 0,5, si può parcheggiare l’auto in uno slargo sulla destra in prossimità del bivio per Molino Chicchioni (lungo la stessa strada comunale si può raggiungere in auto anche la località Collelungo, dove si trova il punto d’intersezione dei due anelli).
Ci si avvia per la strada imbrecciata che porta a quello che un tempo era un molino, lì si imbocca un sentiero situato alla sinistra della struttura che si inoltra fra il bosco ripariale che delimita le acque di Fosso Chicchioni
Lungo la via si presenta il primo di molti cancelli semovibili. Si prosegue in leggera salita all’ombra di un querceto e, continuando, le querce lasciano spazio a rimboschimenti di pino nero.
Al termine della pineta si avvista lo scheletro del Casale Collelungo, ora utilizzato come ricovero per il bestiame, posto in posizione panoramica (720 metri).
Trecento metri ancora e si giunge all’intersezione con l’altro anello, detto dei Monti del Vento; qui il sentiero scende leggermente fra boschi a gradoni, mantenuti da muretti a secco.
La via che discende va incontro a fossi, così cambia anche la vegetazione caratterizzata dalle umide felci aquiline. Nei punti più bassi, all’incrocio di riascoli, vi sono degli abbeveratoi.
Quando si risale di quota si incontrano i ruderi di casa Renzini e si continua a salire oltrepassando un cancelletto, uscendo così dalla zona demaniale adibita a pascolo. Quindi si apre una strada imbrecciata più larga al confine comunale fra Pietralunga e Gubbio, e raggiunge l’apice degli Anelli del Lupo, 832 metri, in loco chiamato Passo del Cardinale.
La strada percorsa va lasciata per un sentiero che vira a sinistra al limite della pineta, fare bene attenzione alla segnaletica. Un altro punto panoramico ci aspetta dopo un saliscendi sul sentiero di pietra arenaria: a sinistra il Monte Nerone e il Catria serrano una sequenza di più piccole montagne.
Si prosegue in discesa fra rotolanti pietre, e quindi risalendo di nuovo, si percorre una via delimitata da cippi demaniali.
Oltrepassato uno sbarramento per le bestie al pascolo, la strada ci riporta in breve verso il bivio di Collelungo, tenendosi a sinistra si raggiunge subito il già conosciuto incrocio che chiude uno degli anelli. Qui, seguendo le puntuali indicazioni della segnaletica, si imbocca a destra un sentiero che corre quasi parallelo al precedente, ma più basso, in direzione San Pietro.
Proseguiamo il primo anello, che avevamo interrotto momentaneamente, ritorna così in sequenza la varietà di boschi notati in precedenza.
La mulattiera si interseca con la strada asfaltata, l’imbocco opposto è situato cinquanta metri più in basso; la via fra i boschi va a morire su una carrozzabile inghiaiata che percorriamo in direzione sinistra a scendere. Al trivio seguente conviene tenersi a destra per non terminare sull’asfalto, per piegare subito dopo nuovamente a destra. Questa deviazione entra in un boschetto e ne esce all’altezza della Casa la Tagliata, la veduta cade sulle faggete del monte Macinare e sulla punta del Castellaccio (vedi itinerario Castelfranco).
Si arriva alle spalle della isolata chiesetta di San Pietro che si apre sui colli dove abbondano i coltivi, in lontananza confusa fra la foschia, la linea delle montagne.
Ci si infila fra la chiesa e l’unica abitazione circostante, per prendere il sentiero che riporta vertiginosamente alla strada, rasentando sulla destra il rudere di Cai Petrignani.
Cinquecento metri di strada asfaltata verso sinistra e si è di ritorno all’auto.

Periodo: tutto l’anno esclusi i mesi invernali
Tipo di turismo: percorso facile ma piuttosto lungo, con presenza di tabelle con descrizione degli habitat (Comunità Montana Alta Umbria): adatto dunque al turismo didattico, all’ecoturismo e, per la bellezza dei paesaggi, all’escursionismo
Tipo di percorso: a doppio anello – (lunghezza totale 13 km.)
Anello di Varrea (lunghezza 7km. – 250 m. dislivello – su sentiero segnato )
Anello Monti del Vento (lunghezza 6 km. – 150 m. dislivello – su sentiero segnato)
Punti d’interesse: naturalistico (Oasi di Varrea, Faggeta dei Monti del Vento)
paesaggistico (punti panoramici Monti del Vento e Colle del Cardinale)
Aneddoti: Questa porzione di territorio ricade nella parrocchia di Morena, regno di don Marino Ceccarelli, il prete partigiano, che nel 1944, fresco di nomina sacerdotale, si arruolò nella brigata d’urto San Faustino, ospitandone il comando nella piccola chiesa; il 7 maggio, i tedeschi diedero l’assalto alla chiesa durante la celebrazione della Santa Messa, rimanendo esterrefatti quando il parroco, sollevata la tonaca, ne estrasse un’arma da fuoco con la quale si fece strada fra i belligeranti, riuscendo a fuggire e a nascondersi nel greto del sottostante fosso.

 

Stato segnaletica:  sentieri 120 (Anello di Varrea) e 120a (Anello dei Monti dal Vento) segnati con frecce e vernice bianco/rossoStato manutenzione: Manutenzione buona
Lunghezza: 13 KM
Dislivello: 250 m
Durata: 4h 30
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