ANELLO DI SAN FAUSTINO

MADONNA-DEI-CONFINI---FAUSTINO

Si parte dal paese di Carpini, sulla provinciale tra Umbertide e Pietralunga.
Ci si incammina sulla strada che corre alta dalla chiesa verso cimitero. La strada diventa inghiaiata, e ad un trivio con una casa colonica sulla curva, si prende a sinistra.
Poco sopra, la fattoria posta a controllo dei vasti possedimenti del conte Della Porta che si estendevano fin’oltre Rocca d’Aria. Salendo, si scopre la vista sulla valle del Carpinella e sui monti opposti che in parte percorreremo. Lungo la via pietrosa, si incontrano due sbarre facilmente aggirabili. Continuando a salire s’incrocia il sentiero 115 che seguiremo in direzione Montone, per poi scendere a sinistra al trivio. Sulla destra più in alto si trova la chiesa campestre della Madonna del Nespolo. Il percorso, coincidente con l’Ippovia Umbra, confluisce in una strada più larga che prosegue diritta seguendo il crinale. Ignorando la via che scende a sinistra, si continua sulla destra aggirando il poggio di Civitella e all’incrocio si segue sempre il sentiero 115.
La discesa è accompagnata prima da un bosco di querce e aceri, e poi da una pineta. Oltrepassata una casa, ci si ritrova sull’asfalto in località Tre Ponti, alla confluenza fra il Carpina e il Carpinella. Utilizziamo uno dei ponti per attraversare la provinciale e continuare sul sentiero 116: una strada imbrecciata che si inerpica fino a quota 430 metri presso la casa di Campo della Fiora. Si rasenta la recinzione e subito dopo ad un trivio conviene tenere la sinistra,per un sentiero ombreggiato.  Dopo un altro bivio si continua a salire sulla destra e quando si sta per aggirare il poggio compare Montone. Quindi si sfocia in una bianca carrozzabile che, percorsa verso sinistra, in pochi attimi raggiunge la Madonna dei Confini.  La via si stende su un crinale tra due vallate: quella del Carpinella, cinta dal Monte Gengarella, contraddistinto dal rudere di Castriciano e la valle del rio San Faustino sbarrata dalle pendici dell’omonimo monte e dal Rancino; all’orizzonte l’onnipresente Nerone.
Si prosegue diritti ad un incrocio composto da strade, stradine e sentieri; si attraversa quella che era l’aia del nucleo di Moravola, per giungere ad un coltivo che si supera costeggiando il limite del bosco verso destra, seguendo sempre il sentiero 116. Superato un rio, si comincia a risalire; arrivati ad un prato, dietro un noce si rivela un sentiero in erta salita costellato da più cancelli, tutti apribili, che raggiunge il rudere di casa Bazzucaglia (610 metri).
Si sfocia in una più ampia strada inghiaiata che, percorsa verso sinistra, porta in breve al complesso monastico di San Faustino. Oltrepassata l’abbazia, si svolta immediatamente a sinistra, entrando così in un vasto prato pascolo. Qui conviene fare attenzione alla segnaletica n. 116 seguendo la recinzione che corre alta; dopo un astruso passaggio fra la rete, si costeggia un altro campo fino al cancello semovibile dove si individua un sentiero scende a sinistra. Si passa un fosso, e risalendo, ad un trivio con una carreggiabile inghiaiata si prende la sinistra, per poi virare a destra subito dopo, prima di arrivare a casa Valbona.
Ora la comoda strada si distende verso valle, rasentando il Diavolaccio, così era chiamata dai contadini la località Cavagnetti.
Giunti a valle, si oltrepassa un ponte, dopodiché alla diramazione per Monte Valentino, tenendosi a sinistra, si arriva alla provinciale. Quattrocento metri a sinistra e ritroveremo la nostra auto.

Periodo: tutto l’anno esclusi i mesi invernali
Tipo di turismo: percorso lungo e faticoso. Adatto al turismo attivo, all’ecoturismo e, per la bellezza dei paesaggi, all’escursionismo.
Tipo di percorso: ad anello, su sentiero e strada bianca – segnato vernice bianca/rossa
Punti d’interesse: storico/architettonico (Abazia di San Faustino)
naturalistico (querceto di roverella alto fusto, forra Rio Sansa)
paesaggistico (panorami su Montone, calanchi)
Servizi complementari: Abbazia San Faustino (Residenza storica) – Villa Cavavagnetti – Country house Le Carpine

Aneddoti: La Brigata San Faustino – Proletaria d’urto è una formazione partigiana operante nell’Alta Umbria, con fulcro a Pietralunga, tra il settembre del 1943 e il luglio del 1944. Nei periodi di massima attività coinvolge circa 350 partigiani, organizzati in vari gruppi. Venne costituita dal liberale Bonuccio Bonucci, in località San Faustino, presso Pietralunga. L’attività militare della brigata è per tutto il periodo dell’occupazione molto limitata dalla cronica carenza di armi ed equipaggiamento, dalla scarsa preparazione del gruppo dirigente del CLN perugino e dall’estrema autonomia dei vari gruppi che la compongono. Per lungo tempo si deve limitare ad attività di sabotaggio, attacchi agli ammassi per la distribuzione dei viveri alla popolazione e agguati contro piccole pattuglie tedesche e fasciste. Il 26 Aprile 1944 disarmate le caserme della Guardia Nazionale Repubblicana e dei Carabinieri di Pietralunga, la Brigata, riesce a costituire una zona liberata autonoma con al centro il comune di Pietralunga, proclamata ufficialmente il 30 aprile 1944. Dopo alcuni giorni, la zona controllata dalla Brigata veniva sottoposta a un pesante rastrellamento, nel corso del quale vennero fucilati sette ragazzi nella piazza centrale di Pietralunga, mentre a Città di Castello veniva invece fucilato senza processo Gabriotti, che dopo l’8 settembre aveva contribuito all’organizzazione delle bande partigiane della zona. La zona viene controllata fino al momento del passaggio del fronte, nel luglio del 1944, durante il quale la Brigata aiuta le forze alleate nell’avanzata e fornisce uomini per il mantenimento dell’ordine pubblico.

 

Stato segnaletica: sentieri 115 e 116 segnati con frecce e vernice bianca/rossa
Stato manutenzione:
Lunghezza: 18 KM
Dislivello: 650 m
Durata: 5 45’ ore
Scarica il PDF
Scarica la traccia GPX
Scarica la traccia KML
Scarica la traccia KMZ

I commenti sono chiusi

  • loghi istituzionali    loghi istituzionali